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03.12.2014 di Andrea Ighani | Categoria: Rassegna Stampa, Prima Squadra, Societa'
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Sta recitando un ruolo da protagonista nella storia recente dei giallorossi, Vincenzino Angelone (nella foto) in quattro anni, ha dominato due campionati (Promozione nel 2010-11 ed Eccellenza nel 2011-12), e raggiunto due salvezze in Serie D. Alla sua quinta stagione guida ora la compagine aquilana al decimo posto nel girone F della massima competizione dilettantistica, con 18 punti conseguiti in 13 partite.
Mister, ad oggi qual è il suo bilancio?
“Se dovessimo tirare le somme oggi sarebbe sicuramente un giudizio positivo. Positivo perché siamo fuori dalla griglia play-out e dal punto di vista del gioco espresso siamo migliorati molto partita dopo partita, tanto che abbiamo la seconda miglior difesa con soli 11 gol presi in 13 gare disputate. E’ una squadra che sa stare in campo, che se la gioca con tutti, e arrivare a questo punto della competizione con questi numeri significa che stiamo facendo bene”.
Al terzo anno in Serie D l’obiettivo principale rimane la salvezza o si può ambire a qualcosa di più?
“Assolutamente è la salvezza, perché anche questa volta ci siamo un po’ ridimensionati con il budget disponibile per il mercato e per le spese societarie. Rimane dunque l’obiettivo primario, possibilmente senza passare attraverso i play-out come è capitato l’anno scorso. La salvezza diretta per noi sarebbe equivalente alla vittoria di un campionato”.
Come lei ha detto seconda miglior difesa, ma anche uno dei peggiori reparti offensivi con 13 reti in 13 incontri. Come motiva questa scarsa attitudine nel trovare la via del gol?
“E’ vero, i numeri dicono questo, e stiamo lavorando con i nostri attaccanti (che ciononostante stanno facendo delle buone prestazioni) per cercare di capirne il motivo. La fortuna non ci ha però aiutati poiché abbiamo sbagliato delle occasioni clamorose sotto porta che magari adesso, a conti fatti, potrebbero alzare il numero delle marcature realizzate. Rimane comunque il reparto dove stiamo lavorando di più per sopperire a questa carenza numerica, cercando di acquisire quella cattiveria e quella tranquillità che ci permetteranno poi di andare in rete”.
E’ soddisfatto del mercato estivo? Quali sono state le rivelazioni più piacevoli?
“Il mercato è stato fatto in base al budget nel migliore dei modi. Con un budget ridotto fare un mercato di questo tipo vuol dire che abbiamo lavorato bene. La sorpresa più piacevole è stata di certo Federico Di Paolo, ragazzo classe 1998 che gioca tutte le partite e che è già stato visionato da squadre di categoria superiore, anche di serie A e serie B. Giocare con una squadra giovane e avere un calciatore in rosa che suscita un così grande interesse è anche motivo di orgoglio personale, sia per me che per la società”.
E per il mercato invernale, chiede qualcosa alla società? C’è magari bisogno di sistemare un reparto con nuovi innesti?
“Per adesso no, perché come detto poco fa la squadra gioca bene, se la batte con tutti, e stare a metà classifica è una prova che i giocatori nei loro reparti stanno facendo il proprio dovere. Quindi per adesso stiamo bene così, poi se la società vorrà investire e darmi la possibilità di prendere qualche elemento importante, ci penseremo più tardi”.
Dopo lo scivolone interno con il Fano, che è stato determinato anche da errori arbitrali, la squadra ha ottenuto 3 vittorie ed un pareggio. E’ scattato qualcosa nella testa dei suoi ragazzi?
“No, perché anche in quel match, dove ci sono stati diversi episodi discutibili e dove anche noi abbiamo perso la testa (tanto che finimmo la partita in 9), a parte il risultato ci fu una grande prova e non meritavamo sicuramente la sconfitta. Quindi non è scattata una molla, sono diverse partite che stiamo giocando bene, cresciamo settimana dopo settimana. Se riuscissimo ad acquisire l’intensità nell’arco dei 90 minuti e la continuità dando risultati positivi, senza cali di tensione che ci sono costati dei punti importanti, allora a quel punto migliorerebbe sia il lavoro svolto durante gli allenamenti che quello espresso sul rettangolo di gioco”.
In una squadra piena di giovani, quanto conta l’esperienza del capitano Omar Valente in campo e nello spogliatoio?
“Valente, oltre ad essere il capitano è un ragazzo del posto, quindi la sua personalità si vede nello spogliatoio come quando fuori si rapporta con i tifosi della zona. Insieme a Valente abbiamo anche altri giocatori ferrati, tra cui Ciro Carrato che conosce bene la la serie D e ci dà una grossa mano in fatto di personalità in mezzo al campo. Sono loro due le persone più esperte in tutta la rosa e indubbiamente sono quelle che mantengono alta la concentrazione, l’attenzione e l’umiltà al suo interno”.
Dopo la parentesi con il Poggio Barisciano è tornato a casa sua Simone Gizzi. E’ stato un bene riaverlo in squadra? Come si sta comportando in campionato?
“Gizzi è un ragazzo che viene dalle nostre giovanili, ha grandi requisiti e io l’ho sempre voluto nelle mie formazioni. Quest’anno purtroppo è incappato in una squalifica ed è stato fermo alcune domeniche, pertanto deve riprendere quella condizione fisica adatta per mettere in atto le capacità che ha. Ad ogni modo rimane per noi uno di quelli indispensabili per le sue doti, come la qualità di gioco espressa, la rapidità e l’abilità nel saltare l’uomo”.
Cosa augura a sé stesso e alla sua squadra per il futuro?
“L’augurio lo voglio fare soprattutto alla squadra, che possa raggiungere la salvezza e che i ragazzi crescano sia sul piano caratteriale sia su quello sportivo. Spero che a fine anno tutti quanti abbiano preso parte e abbiano avuto l’importanza giusta in questo progetto, e spero che qualche squadra di categoria superiore metta gli occhi su questi giovani dotati di tante qualità e margini di miglioramento. Ed ecco che anche questa sarebbe una cosa bella per me vedere magari qualche calciatore giallorosso uscire dal nostro ambiente per andare in categorie o in compagini più importanti”.
Andrea Ighani
http://www.abruzzocalciodilettanti.it/serie-d/serie-d-angelone-prepara-un-altro-miracolo_53538/
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